Un ristorante unico. Un ristorante che nasce già speciale. Emozioni, tantissimo entusiasmo, impegno e professionalità sono gli ingredienti di “Testecalde”, una spaghetteria-pizzeria realizzata dalla cooperativa sociale “Dis-abilità e lavoro”, grazie agli investimenti di Divella e Peroni e al sostegno della Comunità romana di Sant’Egidio.
Nel locale che ha inaugurato mercoledì 23 luglio, a Rutigliano, in provincia di Bari, lavoreranno dieci ragazzi pugliesi diversamente abili. Un’occasione di riscatto, con lo sguardo rivolto al futuro, per un progetto di vita, lavoro, amicizia, apprendimento e scambio reciproco. Affiancati da professionisti del settore, non serviranno semplicemente ai tavoli ma proveranno a misurarsi con le parole chiave che hanno segnato il percorso formativo e gli stimoli ricevuti nei Centri diurni socio-educativi e riabilitativi “Nella Maione Divella” e negli stabilimenti produttivi della Peroni e della stessa Divella.
In tantissimi hanno partecipato all’inaugurazione che si è tenuta in via Noicattaro 205. “Ringrazio i colleghi, le famiglie, le istituzioni e gli imprenditori che ci seguono e contribuiscono alla crescita quotidiana di queste attività”, ha detto Luca Schiavone, direttore della cooperativa sociale Ruah e presidente della neo cooperativa che gestisce il “Testecalde”. “Il nome scelto – spiega Schiavone a Puglia Mon Amour – non è riconducibile alla condizione patologica dei ragazzi. Inizialmente il logo prevedeva due piatti che fumavano, una volta uniti hanno formato una testa che fumava, sembrava una testa calda. Ecco quindi la decisione di chiamare così il locale”.
Un progetto nato due anni fa sulla scia dell’impegno della Comunità di Sant’Egidio. Un’iniziativa unica in Puglia. “Il massimo dell’eccellenza italiana nell’ambito del connubio tra disabilità e lavoro nella ristorazione è la ‘Trattoria de Gli Amici’ a Roma. Ci hanno ispirato e coinvolto – continua Schiavone – La partita è sembrata da subito dura e importante ma non volevamo lasciare questi ragazzi, non volevamo tradirli o farci prendere dalle paure, dal momento di crisi”.
Il 19 marzo si costituisce quindi la cooperativa. L’11 aprile l’inizio dei lavori. “Questi 10 ragazzi sono professionisti veri, camerieri qualificati con le migliori competenze – precisa Schiavone – Hanno seguito una formazione igienico-sanitaria con le aziende accreditate e la formazione con la Comunità di Sant’Egidio. Non facciamo sconti ai ragazzi disabili. Il lavoro è dignità, per tutti. Tanto più lo è per chi, per troppo tempo, è stato convinto, per via della propria condizione psico-fisica, di non poter essere utile né a se stesso né agli altri”.
E poi, la passione per la cucina. “Testecalde è spaghetteria e pizzeria. Nel menu ci sarà la cucina mediterranea con i prodotti della nostra terra”. E quindi un augurio e un invito che Schiavone rivolge ai suoi colleghi ristoratori. “Spero che possano volere almeno uno dei nostri ragazzi. Perché l’obiettivo è dare loro una formazione”.
Dalla riabilitazione all’occupazione, una bella sfida. Al taglio del nastro anche Francesco Divella: “Grazie a questi ragazzi ho sempre imparato tanto. E sono loro a darmi sempre di più. Gestire un ristorante è una cosa complessa. Spero che vinceremo questa battaglia tutti insieme”.
Un’occasione per i ragazzi di costruirsi un futuro e per tutti di capire che questo è possibile. Michele Tatone, direttore vendite del Sud Italia per Birra Peroni, ha ribadito e garantito il futuro sostegno dell’azienda incitando i ragazzi “a metterci impegno, per loro stessi, per le famiglie e per tutte le persone che li seguiranno”. “Ho seguito personalmente da un anno il progetto – ha detto Tatone – abbiamo fatto corsi di formazione. Partono con tanta grinta e voglia di fare. Sono sicuro che sarà un progetto vincente in cui il sociale conta molto come contano la passione e la professionalità oltre alla qualità dei prodotti stessi”.
Un augurio particolare è arrivato da tutta la Comunità di Sant’Egidio rappresentata, durante la serata di inaugurazione, da Stefano Carmenati. “La nostra comunità si sente più grande perché ora ha una sorella pugliese – ha detto Carmenati – Sono orgoglioso di poter dire che lavorare insieme con pazienza e tenacia può rendere possibile una cosa apparentemente difficile. Questo è un ristorante dove chi viene avrà voglia di tornare perché si sente in famiglia. Ci siamo interrogati tanti anni fa su come creare opportunità per chi nella nostra società non ha lavoro, per chi ha difficoltà. Ma oggi abbiamo risorse ed energie in più”.
La sfida è iniziata e scommettiamo che questi ragazzi la vinceranno.