Chi ha detto che il cibo senza glutine non può essere buono e gustoso oltre che salutare? Nello Spazio del Gusto di Vinòforum 2014 è stato creato un percorso alla scoperta della cucina per celiaci, per dimostrare come l’attenzione nella preparazione di questo tipo di piatti non è sinonimo di rinuncia al sapore e al gusto del cibo. All’interno del Ferrarelle Labs, l’Accademia Ferrarelle che propone laboratori gastronomici per ristoratori, chef, addetti al settore per aggiornarsi sulle diverse tematiche, lo chef pugliese Claudio Favale è protagonista con “Il Gusto senza Glutine” dimostrando come l’attenzione nella selezione delle materie prime e la cura nel lavorarli possono rendere straordinari i piatti per i celiaci e che un’alimentazione differente non significa rinuncia al gusto. Ecco qualche ricetta gluten-free che lo chef Favale: frisella pugliese ammollata, burrata varietà di pomodorini olio all’origano ed erbette di campo; fusilloni di Gragnano al pesto rosso, alici fresche melanzane viola basilico e finocchietto, pane condito con uvetta e pinoli; cuore di baccalà islandese cotto al vapore di acqua di mare, crosta di panzanella ed indivia riccia affogata alla siciliana; tiramisù al pistacchio di bronte, biscotto mou al passito e arance candite. La ricerca e la sperimentazione di piatti gluten-free ad opera di Claudio Favale è iniziata due anni fa, quando il suo amore per la cucina e per i suoi commensali l’ha portato ad avvicinarsi a questo mondo per poter accontentare qualsiasi richiesta da parte dei suoi clienti.
“Quando si è a tavola non deve esistere nessuna differenza tra i clienti e nessuno deve sentirsi in imbarazzo o a disagio se soffre di celiachia o di intolleranze” ha affermato Claudio. Lo chef romano di adozione, ma salentino di nascita, riserva particolari attenzioni per i suoi clienti e in particolare per coloro che soffrono di intolleranze alimentari, per garantire un cibo sano, di qualità, ma senza rinunciare alla bontà dei suoi piatti. “Il menu proposto a Vinòforum è stato volutamente a base di pasta e pane. L’ho fatto sia per chi soffre di intolleranze, per fargli capire che avere una patologia non significa rinunciare a quello che tutti mangiano, ma l’ho fatto anche per insegnare a chi non ne soffre che chi mangia senza glutine, mangia di gusto”.