“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore”.
Per iniziare questo articolo ho scelto una frase meravigliosa di una missionaria nota a tutti, Madre Teresa, al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, che non tutti sanno fosse di origini albanesi.
Quello che sto per scrivere è il racconto di un altro piccolo grande successo. La seconda mini crociera in Albania, organizzata da noi di Puglia Mon Amour e da Roberto Capobianco del Cantiere del Gusto di Bari in collaborazione con la Ventouris Ferries, è stata perfetta in tutto. E questa volta è andato tutto così incredibilmente bene – tranne il mare mosso al ritorno ma su questo non avevamo voce in capitolo – che non sapete che vi siete persi.
La prima cena a bordo della Rigel III è partita con chicche provenienti da tutta Italia. In tavola salumi e formaggi realizzati da piccole realtà artigianali che raccontano di usanze, tradizione e storie spiegate ai partecipanti da Roberto: una porchetta di capra prodotta nel Parco Nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise, una mortadella con carne di cinghiale e suino nero allevati allo stato brado. E ancora una pancetta di “mangalica”, un maiale avvolto in una pelliccia lanosa, simile a una pecora, dalla carne così buona da essere stata definita “il kobe dei suini”, originario dei Carpazi e allevato in Italia allo stato brado.
Tra i formaggi serviti, un pecorino fresco della Maremma toscana con latte crudo di pecora insieme al Macagn, presidio Slow Food, tipico formaggio di montagna prodotto a 2400 metri di altitudine con latte vaccino intero e crudo che prende il nome dall’Alpe omonima. E il Quartirolo, formaggio DOP della Lombardia, la cui produzione risale al X secolo con latte di bestiame nutrito esclusivamente con l’erba ricavata dal quarto sfalcio, denominata “quartirola”, da cui prende il nome.
La degustazione di salumi e formaggi è stata accompagnata dal Montepulciano vinificato in rosa dell’azienda Tenimenti Grieco, azienda molisana e straordinario esempio di imprenditorialità pugliese protagonista della prima cena a bordo.
In menu anche alcuni piatti preparati dalla chef lucana Loredana Diaso, delle mezzelune con fonduta di ricotta e stracchinato di bufala dell’azienda zootecnica La Florida di Putignano, pancetta croccante di suino nero, riduzione di balsamico e miele di corbezzolo e un tenerissimo girello di mucca podolica cotto al forno a bassa temperatura, cavolo rosso brasato, pomodorini di Torre Guaceto confit e crema di patata di Polignano aromatizzata alla vaniglia.
I piatti sono stati abbinati ad altri vini di Tenimenti Grieco, “Chapeau à la vie – Rosato extra dry”, “Passo alle Tremiti – Sauvignon IGT Terre degli Osci” e “Tintilia 200 metri”, tipico vitigno molisano. Per chiudere una degustazione di formaggi stagionati, affinati ed erborinati (un Parmigiano Reggiano Vacche Rosse e un pecorino a latte crudo con affinamento del cotto di fichi) e deliziose tentazioni al caffè dell’azienda Moncafé, altro partner della serata.
Sabato mattina, un tour al Museo Archeologico Nazionale di Tirana, aperto nel 1948, nella parte occidentale di Sheshi Skënderbej (Piazza Skanderbeg), l’81esima più grande al mondo. Sopra l’ingresso del museo, un grande mosaico realizzato da diversi artisti contemporanei e intitolato “Gli albanesi” raffigurante il popolo albanese. Un museo che rappresenta un viaggio nella storia del popolo albanese e del suo territorio diviso in sale e sezioni in cui si possono trovare reperti archeologici (due tribù illiriche da cui discende il popolo albanese si erano stabilizzate anche in Puglia, nell’allora Messapia), una ricostruzione storica del periodo di Skanderbeg, eroe nazionale albanese che bloccò per decenni l’avanzata dei turchi-ottomani verso l’Europa, la diaspora arbëreshe, la resistenza partigiana al nazi-fascismo nella seconda guerra mondiale e il periodo dello stato comunista con materiali fotografici che documentano le operazioni di pulizia contro le forze anticomuniste e gli oggetti che appartenevano a numerose persone condannate o giustiziate dal regime di quel periodo, come dei pantaloni cuciti con i capelli di una mamma per il figlio. Su una parete una lunga e triste lista di nomi.
All’interno del museo anche uno spazio dedicato a Madre Teresa e alla visita di Giovanni Paolo II in Albania.
Sempre in mattinata i crocieristi hanno potuto visitare un altro “museo della memoria”, questa volta un bunker antiatomico costruito ai tempi della dittatura comunista di Enver Hoxha.
Il Museo “Bunk’Art 2”, a cinque minuti da piazza Skanderbeg, è collegato, tramite un tunnel sotterraneo, al Ministero dell’Interno. Nelle stanze di questa struttura in cemento, sono stati ricostruiti i locali per gli interrogatori, esposti gli strumenti utilizzati dallo spionaggio, le celle, le torture, le foto delle vittime di quanti caddero nelle mani della “Sigurimi”, la polizia segreta albanese, o quelle dei numerosi religiosi uccisi negli anni del regime.
Una preziosissima testimonianza di cosa fosse l’Albania durante i tempi della dittatura, tra il 1944 e il 1990. Nel 1991 scapparono decine di migliaia di persone e giunsero sulle coste pugliesi in cerca di un futuro migliore.
Una giornata che non poteva non chiudersi con una cena con piatti tipici della cucina albanese. Cucina fortemente influenzata dai sapori mediterranei e da quelli degli altri Paesi dei Balcani. Sabato sera quindi un menu tutto albanese proposto dallo chef Alons Troka del Delano, ristorante lounge nel centro di Tirana che ha preso parte all’organizzazione della mini crociera. Per iniziare un’insalata di sottaceti (cavolo, peperoni, cetrioli marinati), formaggio bianco, olive, “Byrek” con cavolo selvatico (cavolo selvatico, farina, uova fresche), una torta salata che appartiene alla gastronomia turca ma è molto diffusa anche nei Paesi balcanici, soprattutto in Albania, e ricotta (cagliata fresca mucca dell’area di Gjirokastra). Tra i piatti cucinati dallo chef Troka anche i famosi Dolma Japrak, involtini di foglie d’uva, riso, aneto farciti con riso e carne molto noti nei Balcani, una zuppa di carne, una casseruola di agnello e yogurt e un arrosto di vitello cotto in forno accompagnata da salsa demi glacée. Per chiudere l’attraversata, un dolce al cucchiaio davvero particolare, l’Ashure, grano bollito, frutta secca, cannella. Ad accompagnare i piatti i vini dell’azienda albanese Duka.
E ora preparatevi a ballare. No, non per il mare mosso ma per festeggiare il nuovo anno insieme a Puglia Mon Amour e al Cantiere del Gusto…