Songül in uno splendido abito rosso, si avvicina ad Ana. “Il tuo budino al cocco è buonissimo, è molto simile al nostro che prepariamo con riso e latte”. Turchia e Brasile non sono mai stati così vicini. Perché il cibo unisce. Unisce i popoli. Cancella le differenze. Assaggiando il cibo di altre culture si impara a conoscere ed esplorare il mondo dell’altro. Si tenta di capirlo, di comprenderlo perché la gastronomia è anche un crocevia di scambi e incontri.
Basti pensare alla fataya senegalese, un fagottino con tonno e cipolla molto simile al panzerotto pugliese. “Alla fine usiamo gli stessi ingredienti in tutto il mondo”, dice Ana Estrela referente brasiliana di Ethnic Cook a Bari, associazione che riunisce le cucine di tutto il mondo.
Sapori e profumi che Eataly ha voluto ospitare per il secondo anno consecutivo nella sua sede sul Lungomare Starita. Songül o come la chiamano tutti più semplicemente Sonia spiega orgogliosa il suo piatto, kofte con lenticchie, piatto nazionale turco. Accanto a lei Monica dalla Romania che offre un croccante cordon bleu di melanzana con un’impanatura di farina di ceci, il tutto racchiuso tra due fette di pane e salsa maionese vegana.
Una tre giorni quella di Eataly Bari, con intrattenimento musicale dei KinDbeats e delle danzatrici indiane, dedicata al meglio del cibo di strada da tutto il mondo. Grazie alla collaborazione con l’associazione Origens e il progetto Ethnic Cook Argentina, Brasile, Romania, Messico, Costa D’Avorio, Iran, Isole Mauritius, Yemen e Senegal hanno potuto far conoscere ciascuno i piatti della propria tradizione.
Un vero e proprio giro del mondo in compagnia della birra artigianale del Birrificio Svevo di Modugno (BA), dalle empanadas e la samosa delle Isole Mauritius, all’infuso freddo di zenzero, ananas e limone della Costa d’Avorio. “Vicino di casa”, almeno a Eataly, il Brasile con un budino al cocco e la batida de cocco e maracuja, il frutto della passione – come quella che ci mette Ana per prepararli – passando poi per il Messico con le tostadas de ceviche di polpo e salsina piccante all’habanero e lo Yemen con l’Halwa El Tamr, una pasta di sesamo dolce con datteri e noci.
In quello che è stato un bellissimo e originale melting pot non poteva mancare la Puglia con le pittule innaffiate dal vincotto dell’Azienda salentina di Venneri, salsa rubra di Calemone, glassa di cioccolato con vincotto e grappa. Sempre di Antonio Venneri, che annuncia la nascita a breve di una comunità che riunirà tutti quei produttori che usano vincotto nelle loro preparazioni, anche la puccia salentina preparata con un impasto proprio al vincotto e farcita con capocollo di Martina Franca Santoro Presidio Slow Food, caciocavallo del Caseificio Lanzillotti comunità Slow Food, insalata di Eataly e glassa di vincotto balsamico. Per salire poi nel Nord Italia, e precisamente in Emilia Romagna, con la focaccia della panetteria di Eataly con “mortazza” e proseguire con il pollo, lo stecco gelato di Fantastik, la Gelateria Alpina Lait, l’ortofrutta Natura&Qualità di Eataly e una degustazione gratuita di kiwi gialli dell’azienda neozelandese Zespri.