Nella quinta puntata della rubrica Le Sfide del Vino Pugliese, inaugurata in occasione del nostro servizio sul settimanale FAX per l’apertura della Fiera del Levante, abbiamo ascoltato il punto di vista di Sabrina Soloperto titolare insieme al fratello delle Cantine Soloperto di Manduria, già presidente dell’Associazione Le Donne del Vino – Delegazione Puglia e recentemente eletta nel Consiglio direttivo nazionale dell’Associazione “Le Donne del Vino” dalle circa settecento socie che hanno votato le 12 consigliere per la nuova guida dell’Associazione Nazionale nel triennio 2016-2019. Sabrina porterà alta la bandiera enologica pugliese come unica rappresentante dell’Italia meridionale insieme alla Campania.
Sabrina, quali sono gli ostacoli più grandi che può incontrare un produttore sulla sua strada e come può fare per superarli e fare in modo che il vino pugliese possa imporsi definitivamente sul mercato nazionale ed estero?
“Il mondo della produzione vitivinicola italiana è estremamente vario e colloca un produttore in una sorta di viaggio. Il viaggio parte ovviamente tra i piaceri della valorizzazione del proprio territorio e delle soddisfazioni derivanti da un mestiere affascinante e a contatto con la natura, in cui la passione permette di creare un prodotto che ha le sue origini e il suo fine nella cultura ma anche nel piacere del palato e dello spirito. Ma ben presto ci si scontra con mille ostacoli da superare nella quotidianità. Un ostacolo importante è la burocrazia, che certamente rende più difficoltoso il normale svolgimento delle attività produttive e di commercializzazione. Uno snellimento delle procedure burocratiche, senza dimenticare l’attenzione fondamentale alla qualità e alla sicurezza alimentare, potrebbe favorire anche la crescita nell’ambito della produzione vitivinicola italiana”.
Com’è la situazione ora?
“Un altro problema è proprio la situazione attuale contraddistinta da una forte riduzione dei consumi interni in ogni settore produttivo. Questo porta a cercare soluzioni all’estero ma molti sono gli ostacoli che le burocrazie dei Paesi importatori creano rendendo gli scambi di questo prodotto sempre più complicati. In questo caso fondamentale è l’informazione e la conoscenza dei mercati a cui ci si rivolge per un corretto e proficuo approccio e un modello d’impresa che possa essere competitivo in uno scenario mondiale. Importantissimo è non abbandonare il mercato italiano, affrontando la crisi economica del momento con un’attenzione sempre crescente alla qualità dei prodotti in un’ottica di miglioramento dell’offerta”.
L’enoturismo può aiutare?
“Per noi pugliesi può essere una leva importante. Uno dei settori economici che ha avuto maggiore crescita negli ultimi 10 anni nel mondo è il turismo e, in un momento in cui la Puglia è una delle mete più ambite e ricercate, un’offerta che comprenda la comunicazione non solo di un vino ma di un territorio in tutte le sue ricchezze produttive ma anche culturali e paesaggistiche può essere vincente. Parola d’ordine quindi qualità, per continuare a costruire un’immagine della Puglia e delle sue produzioni quanto più possibile aderente alla realtà pugliese , fatta di valori veri, tradizioni e passioni nella cultura della genuinità”.
Cosa può e deve fare l’associazionismo per il bene del vino pugliese?
“In questo panorama una grande forza può essere costituita proprio dal lavoro di squadra. L’associazionismo nel settore vinicolo è un’importante opportunità di crescita e di successo. Innanzitutto la complementarietà degli attori, nella grande varietà di produzioni e filosofie aziendali, può costituire una giusta fotografia delle possibilità produttive del nostro territorio agli occhi del consumatore che si avvicina a queste realtà. Inoltre il rapporto costante personale tra i produttori non può che essere opportunità di confronto e fonte di stimolo per una crescita individuale e comune per il settore intero, basandosi sulla condivisione delle stesse problematiche, la ricerca comune delle giuste strategie e un lavoro mirato e coeso per uno sviluppo efficiente del territorio e del comparto. Il motore di tale sistema, in cui ogni azienda conserva la sua individualità e autonomia ma nello stesso tempo assume un ruolo complementare alle altre aziende e funzionale alla creazione di una struttura unica in grado di programmare e promuovere lo sviluppo e la crescita, è ovviamente il fine comune, l’obiettivo generale, l’origine di ogni attività: la passione, per il vino nel nostro caso, per la terra, per la nostra regione, per la comunicazione di un amore condiviso e intenso”.