Ceglie Food Festival, il villaggio globale del cibo

Pubblicato il 4 Ago 2015 da Redazione

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Dai grandi classici della cucina mediterranea alle raffinatezze della tavola kyotese, dalle orecchiette di grano arso ai maltagliati di Saka saka, le foglie di manioca. Dalla haute cuisine allo street food, dalla Valle d’Itria alla Corea, passando per Africa, America latina, Sol Levante e Oceano Indiano. E naturalmente Puglia, in tutti i sensi e per tutti i gusti. Appeal international per l’edizione 2015 del Food festival di Ceglie Messapica, una delle più longeve manifestazioni enogastronomiche made in Puglia di scena nelle strade e nelle piazze del borgo antico fra l’8 e il 9 agosto. Un evento a firma dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Caroli e dell’assessorato al Turismo coordinato da Angelo Palmisano, realizzato in collaborazione con il Gal-Alto Salento, la Mediterranean cooking school, e Il mondo nel piatto – The world in a dish.

La città terra di gastronomia pioniera nelle avventure del gusto, che conserva saldamente il primato regionale di tappa golosa con il più alto numero di ristoranti recensiti segnalati consigliati, per due giorni diventerà il villaggio globale del cibo. Cuochi ed esperienze culinarie in arrivo dai quattro angoli del mondo racconteranno il cibo in tutti i sensi, in un percorso a tappe disegnato su un denominatore comune: nutrirsi godendo, ma prendendosi anche cura di sé ad ogni boccone. In largo Monterrone, dove il borgo antico letteralmente si spalanca sulle bellezze della Valle d’Itria, il cibo è sociale, in quanto frutto di collaborazioni virtuose, progetti collettivi (birrifici, cantine sociali) ma anche in quanto equo e solidale, cioè attento al rispetto di chi lo produce, lo lavora, rappresentando strumento di riscatto (sociale) come nel progetto Made in carcere, grazie al quale l’orto pret-à-porter è diventato simbolo odoroso di spezie, frutto della seconda vita delle detenute.

Largo Ognissanti, scenario architettonico diviso in due spazi dialoganti ospiterà il cibo benessere, con i corner più schiettamente naturisti e salutisti del festival, con tappe per celiaci, vegetariani, vegani e crudisti. Sempre in largo Ognissanti sarà di scena il cibo nel mondo, progetto realizzato a quattro mani dallo chef Vinod Sookar e da Francesco Gioia, dove si avvicenderanno i cooking show messi in scena da cuochi in arrivo da Mauritius, Corea, Sri Lanka, Giappone, Congo e Brasile. Le cucine del mondo dialogheranno parlando la lingua di Vinod Sookar, capace di replicare con originalità “gesti antichi e popolari in più angoli del pianeta” (Identità golose); dello chef-criminologo Wicky Pryan che “in tre anni ha rivoluzionato il modo di mangiare giapponese dei milanesi, ben oltre il sushi” (Corriere della sera); la chef Victoire Bouna Gouloubi, da profuga in fuga da una guerra sanguinosa, a una passione per la cucina scoperta in Italia “che l’ha portata a lavorare con i più grandi chef stellati” e a diventare “ambasciatrice di Women for Expo” (La Repubblica); la leggerezza e la fantasia del Brasile con la cucina di Bruno Cossio e il talento di due giovanissime chef in arrivo dalla Corea, Lee jin ju e Kim min ji.

Piazza Plebiscito, l’agorà, il centro di gravità permanente dove la città si incontra discute dibatte si diverte, ospiterà il cuore della cucina tradizionale pugliese, con la Med Cooking School sede per il sud Italia del corso di tecniche di base di cucina con Alma, la scuola di Colorno (Parma) diretta dal maestro della cucina italiana Gualtiero Marchesi. La chef stellata Antonella Ricci, direttrice didattica della Med Cooking School, taglierà il nastro nella prima giornata mentre domenica partirà con il cooking show dello chef Giovanni Ciresa, direttore didattico di Alma. L’antico chiostro dei Domenicani, il convento cinquecentesco dove ha sede la scuola di gastronomia, sarà aperto ai visitatori durante tutto il festival, con corsi per curiosi, appassionati e visitatori di passaggio. Le degustazioni dei piatti saranno accompagnate per tutta la durata del festival da vini abbinamento scelti dalla Fondazione italiana sommelier, partner della scuola di gastronomia. Lungo la traiettoria urbana di via Muri, andrà invece in scena il cibo di strada, la festa nel festival, democratica e trasversale, punto di raccordo fra il verbo gourmet e la tradizione delle sagre che da sempre saziano la fame di festa e di cose buone del popolo goloso. Insomma, dal passato remoto al futuro anteriore della gastronomia, attraversando tutti i meridiani e i paralleli della golosità: il villaggio globale del cibo, dall’8 al 9 agosto è qui.