La prima vendemmia nel 2004, dopo l’acquisto di un piccolissimo vigneto di Primitivo di cinquant’anni della superficie di 12 ettari.
Azienda e casa che si fondono in una cosa sola.
“Una ragione di vita”, la definisce Simona Natale.
E l’11 settembre 2004 si realizza un sogno.
Un inizio “difficile” partito da sole 2740 bottiglie. “Tutte chieste da un ristorante molto importante della Costiera Amalfitana che avrebbe voluto mettere sull’etichetta il proprio nome”. Un’occasione quasi irrinunciabile per un’azienda piccola e appena nata. Troppo facile, troppo allettante.
Simona e Gianfranco Fino, con coraggio e determinazione, rinunciano. “Quelle bottiglie sarebbero state i nostri primi biglietti da visita”. Ci credono fino in fondo, ci provano ed è andata proprio così. “Es”, loro vino di punta, Salento Primitivo IGT, finisce sulla bocca – e sul palato – di tutti. Un vino di memoria freudiana, sinonimo di passione sfrenata, una passione che non si piega a regole o a compromessi.
C’è chi lo ama, chi lo odia, la critica si divide in due. Ma Simona e Gianfranco, attenti alla qualità estrema e spinti da questa forte passione, continuano da allora a raccontare i loro vini “creando un feeling con gli enoappassionati e i ristoratori che sono diventati nel tempo degli habitués”.
“Perché ogni calice – dice Simona, compagna di vita e d’avventura di Gianfranco – comunica qualcosa di noi”.
E così hanno fatto anche giovedì sera a Bari in una serata, “A cena con il produttore”, organizzata da Puglia Mon Amour e Il Cantiere del gusto e che ha registrato sold out in neanche 24 ore, in cui la coppia tarantina ha spiegato, raccontato e accompagnato i presenti nella degustazione dei loro vini.
Tra questi anche “Sé”, Salento Primitivo IGT, l’ultimo nato da vigne giovanissime abbinato all’antipasto di salumi (pancetta brasata al Barolo, prosciutto cotto di pecora, mortadella di fegato d’oca, speck di anatra affumicato con bacche di ginepro) e formaggi (stracchinato di bufala della masseria La Calcara di Altamura, caciocavallo affinato al vino Primitivo, pecorino toscano a latte crudo con stagionatura di due anni in grotta), il tutto in stile Cantiere.
Il pluripremiato “Es” – pensate che l’annata 2008 fu selezionata per il G8 dei Capi di Stato a L’Aquila ed è stato anche il vino scelto in abbinamento con i formaggi per il banchetto privato della Regina Margherita II di Danimarca per i suoi 70 anni – ha accompagnato al Cantiere un più umile ma gustosissimo piatto di troccoli con funghi porcini e salsiccia di suino mangalica.
Insieme a “Jo”, IGT Salento Negroamaro, nome che deriva da Jonio, il mare che lambisce le meravigliose coste della nostra terra ma anche da Jonico, l’antico nome del Negroamaro, è stato servito del brasato di vacca podolica al Negroamaro con tocchetti di croccantissima polenta al forno, come le sgagliozze baresi ma più light. Per chiudere una sbriciolona alla gianduia con pere caramellate.
Prossimo appuntamento di Puglia Mon Amour e Cantiere del Gusto: “La Puglia a braccetto con… il Friuli Venezia Giulia”.