Tra la Puglia e l’Albania un mare di sapori

Pubblicato il 26 Mag 2018 da Simona Giacobbi

C’è un detto albanese che recita così: “Le montagne non s’incontrano, le persone sì”. Ed è questo lo spirito della minicrociera Bari-Durazzo che noi di Puglia Mon Amour e Roberto Capobianco del Cantiere del Gusto abbiamo voluto trasmettere. Nonostante gli imprevisti. E nonostante qualche intoppo burocratico. Perché quando si scoprono posti nuovi, quando in tavola c’è la Puglia e quando c’è la giusta compagnia, i problemi e la stanchezza – come è normale che sia – si superano e tutto diventa un arricchimento personale a 360 gradi. E i sorrisi nelle foto lo dimostrano. Ora antenne dritte in testa perché si potrebbe salpare di nuovo e molto presto.

Nei Balcani si registra una predisposizione molto positiva verso la produzione pugliese e soprattutto verso il modello di sviluppo caratterizzato dal dinamismo delle piccole e medie imprese. La nostra minicrociera “Navigando & Degustando in un mare di sapori”, organizzata in collaborazione con la Ventouris Ferries, ha puntato tutto sulla valorizzazione dei prodotti pugliesi e delle realtà artigianali al di là dei confini nazionali. E a dare un valore aggiunto all’evento la presenza dei produttori che hanno potuto raccontare la storia della loro azienda e della loro produzione. In tavola alcune delle eccellenze del nostro territorio, tra queste anche molti presìdi Slow Food. I piatti sono stati preparati dalla chef lucana Loredana Diaso. Protagonisti del menu la terra e il mare. Dall’antipasto con una mousse di tonno e arance e una crema di ceci al rosmarino con polpetta di baccalà al forno per proseguire, durante la prima serata, con gli spaghetti con fave novelle, palamita e mandorle croccanti di Toritto e delle orecchiette di grano arso al ragù di polpo. Come secondo un filetto di sgombro con altri due presidi Slow Food, la cipolla rossa caramellata di Acquaviva e la carota di Polignano. Tre i dolci sfiziosi, quelli della Pasticceria Casoli, che hanno chiuso la prima cena: una mousse al limone femminella del Gargano, una mousse all’arancia, tutti agrumi presìdi Slow Food del Gargano, e un croccante di mandorle.

Una macedonia di terra di Casal Manfredi con una burratina di pecora affumicata della Masseria La Calcara è stato l’antipasto della seconda cena. Non poteva mancare sua maestà il capocollo di Martina Franca affiancato dal filetto lardellato, dalla pancetta e dalla Santorella, tutti del Salumificio Santoro. Inimitabile e fortemente identitario di una zona della Puglia tutta da scoprire, il formaggio tre latti della foresta umbra e un formaggio di capra garganica presidio Slow Food de La Puglia Segreta di Ciccio Cafagna, insieme a un pecorino altamurano della Masseria La Calcara. I prodotti della ruralità sono stati i protagonisti anche del primo piatto, delle foglie di ulivo con una fonduta di formaggio tre latti, pancetta croccante Santoro e fungo cardoncello bianco di Casal Manfredi, azienda di Ruggiero Lionetti, assente a bordo ma con noi nel piatto. Tenerissimo il capocollo laccato al cotto di uva al quale è seguita una verticale di caciocavallo podolico di 3, 5 e 18 mesi di Ciccio Cafagna. Il dessert? Il dolce ormai simbolo dei Monti Dauni e che non ha eguali nel mondo della pasticceria, la Passionata di Lucia Casoli e Nicola Mecca (ingredienti: crema di ricotta di mucca, pecora e bufala, su un biscuit all’arancia, il tutto ricoperto da una pasta di mandorle pugliesi), ispirata al meraviglioso rosone della Cattedrale di Troia. Complice un clima mite e piacevole, a fine cena, sul ponte della nave dove si sono fatte le ore piccole tra chiacchiere, risate e relax, con una degustazione di sigari toscani, taralli al Nero di Troia e Pan di Puglia (entrambi della Pasticceria Casoli) e di dolcetti di mandorle di Altamura. Dolci e sigari sono stati abbinati a due passiti: Le Ricordanze dell’Azienda Agricola Cosimo Taurino la prima sera e il Palmento Galilei della Cantina di Sava la seconda.

E se da qualche anno, dopo il periodo della dittatura che ha costretto il Paese all’isolamento, l’Albania ha cominciato a investire molto nel settore vinicolo e nella nuova generazione di viticoltori, anche la Puglia può vantarsi di giovani imprenditori che puntano tutto sulla qualità. Tra questi Giovanni Aiello, di Castellana Grotte (BA), “enologo per amore” come ama definirsi, che nella mini crociera ha portato i suoi vini, il Chakra Blu, Rosa e Rosso, Primitivi di Gioia del Colle, frutto della passione di Giovanni e dell’amore per il proprio lavoro. Valore aggiunto delle sue bottiglie, le etichette dipinte a mano una a una, a testimoniare la preziosità di questa etichetta giovane dal grandissimo potenziale.
Durante le due cene non potevano mancare vini provenienti da altri vitigni locali. Alessandra Leone di Tenuta Ripa Alta ha fatto conoscere “Il mio Fiano IGT Puglia” e il suo top di gamma, il “Sofista”, un Nero di Troia. E qui la chicca. L’uva di Troia lascia ipotizzare la sua origine nell’Asia minore, dove appunto sorgeva la città di Troia. Ma le tesi più accreditate, guarda caso, legano la città pugliese di Troia con quella albanese di Kruja, da dove l’uva sarebbe arrivata fino in Puglia. Proprio Kruja è stata la prima tappa del tour dopo l’approdo a Durazzo. Il Nero di Troia è andato così a suggellare questo legame particolare tra la Puglia e l’Albania concretizzando quello che fin dall’inizio è stato l’obiettivo di questo viaggio. Anche Alessandra è giovanissima e ha avviato la sua azienda nel 2013. Azienda che prende il nome da una località dell’agro di Cerignola, città natale del padre. La “Ripa Alta” è una ripa presente sulla riva sinistra del fiume Ofanto, sulla quale sorge una cappella che si tramanda essere il luogo del leggendario ritrovamento della Madonna di Ripalta, patrona di Cerignola.
E poi, in tavola, non poteva mancare il vitigno che da molti è considerato il più rappresentativo della Puglia, il Negroamaro, proposto in questa occasione in una veste nuova e sorprendente. Abbinato agli antipasti della prima serata “Stria”, Bollicine di Negroamaro di Cosimo Taurino e l’Antoros, vino spumante rosé extra dry.

L’evento è stato anche l’occasione per salpare alla volta di una terra tutta da scoprire, l’Albania, nell’ottica di uno scambio non solo enogastronomico ma anche culturale. La prima tappa delle minicrociera a cui hanno partecipato ben 120 persone è stata Kruja – il suo nome significa sorgente, è la città delle fonti ma ironia della sorte uno dei problemi che attualmente la affligge è proprio l’inefficace fornitura d’acqua – con i suoi bazar coloratissimi e il suo castello medievale (IV-V sec. d.C.), l’ultimo luogo della resistenza albanese all’oppressore turco-ottomano, che ospita il museo nazionale Giorgio Castriota più conosciuto come Scanderbeg, eroe nazionale dell’Albania e degli albanesi. Poi Tirana, la capitale, una città interessante da vivere e da visitare. Una città che stupisce ad un primo sguardo per il suo aspetto squisitamente moderno ma anche per le sue diverse realtà e i suoi contrasti, tra vecchio e nuovo, giovane e vecchio, povero e sfarzoso. La vastità di Piazza Scanderbeg non si può rendere in una foto, pensate che ha una superficie di 40mila metri quadrati, 5 ettari. È l’81esima piazza più grande al mondo ed è utilizzata per la celebrazione di eventi sociali, culturali, politici, sportivi e iniziative commerciali.

La minicrociera è stata seguita dalle telecamere di Telenorba. La puntata de I colori della nostra terra andrà in onda domenica 3 giugno alle 11.50 circa su Telenorba (canale 10 digitale terrestre e 15 in Basilicata) e alle 13.30 su TgNorba 24 (180 digitale terrestre e 510 di Sky, in replica alle 21.30 e in streaming su norbaonline.it, sul sito sarà possibile dopo qualche giorno rivedere la replica).

Continuate a seguirci per essere sempre aggiornati sulle nostre iniziative e sulla prossima minicrociera.

Giornalista professionista, laurea in lingue e letterature straniere e un master in Social Communication. Piacentina d’origine, pugliese d’adozione dal 2012, cresciuta a tortelli e gnocco fritto, impara a cucinare in Canada, a Toronto, dove ha vissuto sei anni e dove ha lavorato per il quotidiano italiano Corriere Canadese. Oltreoceano scopre una diversità culinaria etnica senza confini. Da allora la sua vita cambia. Cucina e ristoranti diventano luoghi interscambiabili di idee, progetti, tradizioni e passioni. Ama assaporare, provare, gustare. E fare foto. Conduce su Telenorba e TgNorba24 la trasmissione “I colori della nostra terra”, un programma che parla di ruralità, agroalimentare ed eccellenze enogastronomiche della Puglia. Ha collaborato con I Love Italian Food e il Cucchiaio d’Argento ed è spesso chiamata a far parte di giurie di eventi a carattere enogastronomico e di concorsi legati al mondo della pizza. Recensisce pizzerie per guide cartacee e online. Nel 2011 crea Pasta Loves Me, un blog che parla di lei, di pasta, food e lifestyle. È fondatrice e responsabile di Puglia Mon Amour, un’avventura che vive con gli occhi curiosi di turista e l’entusiasmo di un’innamorata per una terra che regala ogni giorno emozioni, genuinità e solarità. Ha la pizza napoletana nel cuore e tutto quello che rende felice il suo palato. E vive con una certezza: la pizza non le spezzerà mai il cuore.

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