Riflettori accesi sabato sullo spumante di qualità. Nel pomeriggio, al Grande Albergo delle Nazioni, un convegno dal titolo “Identità, criticità e andamento produttivo dello spumante italiano: confronto tra territori”, una masterclass con undici vini spumanti selezionati, una degustazione con numerosi banchi d’assaggio, tra cui anche quello del food curato da Mocavero Salumi, e una cena per chiudere una giornata dedicata a un vino che vede l’Italia al secondo posto nella classifica mondiale delle esportazioni, dietro la Francia.
Sessanta le cantine provenienti da tutta Italia, una dalla Slovenia, presenti al secondo Simposio Spumanti – Spumanti Metodo Classico e Martinotti”, evento annuale – realizzato con il patrocinio dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia in collaborazione con Ais Puglia -dell’associazione culturale e di promozione Vinoway Italia, il più importante mai realizzato nel Sud d’Italia per valorizzare le bollicine italiane.
“Abbiamo messo insieme la forza straordinaria delle aziende vitivinicole con quelle della comunicazione – spiega il presidente di Vinoway Italia, Davide Gangi – per far sì che i riflettori siano sempre accesi su questo settore in forte espansione ed evoluzione, che in Italia, più che negli altri Paesi, ha bisogno di una continua sperimentazione e dell’intraprendenza delle persone. Vogliamo dare risalto alle cantine italiane che producono spumante di qualità, che sarà il protagonista dell’evento”.
Anche quest’anno il Simposio ha ospitato un Paese straniero, nell’ottica del confronto e dello scambio culturale: dopo la Francia l’anno scorso, nel 2017 è la volta della Slovenia con il produttore Aleš Kristančič, affiancato dalla moglie Vesna, dell’azienda storica Movia (sul confine tra Slovenia e Italia), e il suo “Puro” (Chardonnay 60%, Ribolla 40%), spumante che rifermenta in bottiglia secondo il metodo ancestrale. Deriva da vendemmia tardiva e raccolta a mano. La sua fermentazione avviene con i lieviti naturali e la macerazione sulle bucce per 24 ore. Emoziona vedere Aleš aprire una bottiglia di Puro. Il procedimento si chiama “sboccatura”. Si eliminano i lieviti immergendo il collo della bottiglia in un secchiello con acqua gelata e si procede alla stappatura con l’agilità di chi questo lavoro lo fa con passione, bravura e dedizione. Basta, del resto, osservare le mani. Quelle di chi suda sulla propria terra, ogni giorno. Risultato, un vino fruttato, vivace, minerale e fresco.
Sulla terrazza panoramica del Grande Albergo delle Nazioni, il Vinoway Dinner (a cura dell’executive chef Johnny Basti), che si è avvalso della collaborazione di Eataly (Bari), Salumificio Mocavero e del Consorzio della Burrata di Andria IGP, ha visto l’abbinamento di alcuni spumanti presenti alla manifestazione a piatti di terra come un turbante di capocollo ubriaco con burratina andriese su crostone fritto di pane di Altamura, un risotto con cardoncelli, scaglie di mandorle di Toritto e caciocavallo riserva, uno stinco di vitello alle erbette fini, con contorno di patate alla paprika dolce e sformato di cicorielle selvatiche e come dessert parfait di castagne al torroncino su crema al Toscano.