L’Italia ha bisogno di innovare per tornare ad essere più competitiva nel panorama internazionale. E innovazione vuol dire anche selezionare le uve da tavola che meglio si inseriscono in una richiesta globale del mercato, lavorare per diminuire la frammentazione dell’offerta andando, così, a incentivare la GDO, grande distribuzione organizzata, a tornare a preferire il Bel Paese rispetto all’offerta che giunge dal nuovo mondo. Perù e Brasile si affacciano come temibili competitor visto che riescono a garantire una produzione contro stagione rispetto all’Italia e Cile, Spagna e California hanno conquistato posizioni importanti che hanno abbassato l’appeal del prodotto italiano.
Insomma, la Puglia dell’uva da tavola, riunita a Monopoli in occasione della seconda edizione di Bella Vigna, il premio che assegna riconoscimenti ai miglior vigneti, ha promosso un focus per segnare un nuovo inizio, fondato sulle direttrici della sostenibilità, dell’innovazione e della migliore offerta sul mercato per contribuire, con il suo 74% di produzione globale, a dare un input più efficace al mercato nazionale. «Partiamo da un premio che viene assegnato ai migliori vigneti – spiega Michele Melillo, presidente dell’associazione Bella Vigna – per sollecitare il mondo degli imprenditori agricoli ad essere sempre più competitivi, nell’ottica del miglioramento del prodotto. Vogliamo vincere la sfida del mercato, garantendo prezzi concorrenziali e alta qualità».
Una giuria costituita da agronomi, docenti universitari e responsabili della grande distribuzione ha visitato e valutato più di 50 vigneti distribuiti lungo tutta la lunghezza della Puglia, andando a valutare i migliori che rispondessero ai criteri oggettivi individuati dalla commissione giudicatrice. Il miglior punteggio è stato ottenuto dall’azienda agricola Giovanni Serini di Ginosa, in provincia di Taranto; secondo classificato, l’azienda agricola Santa Chiara di Massimo Pernice di Turi; il terzo posto è stato assegnato all’azienda agricola Luva Sarls di Noicattaro. A Stefano Borracci, è andato il premio Sostenibilità per l’impegno speso in una produzione in assenza di pesticidi, preferendo, nonostante le difficoltà, un percorso eco sostenibile che fa riferimento all’uso di mezzi di lotta biologica. All’azienda agricola Cosimo Fasano di Grottaglie, infine, il premio innovazione.
I premi sono stati messi a disposizione da aziende leader nel mercato agroalimentare che hanno fornito prodotti piuttosto che budget spendibili dai vincitori all’interno della loro offerta commerciale.
In una sala che scoppiava di produttori, di tecnici, di appassionati, Michele Melillo ha dato appuntamento alla prossima edizione, sottolineando l’importanza di questa grande scommessa chiamata Bella Vigna che vuole essere «promotrice di una rivoluzione culturale nel settore dell’uva da tavola, stimolando i produttori a coniugare qualità del prodotto e innovazione nel vigneto, ricetta perfetta per garantire una produzione attenta al territorio, un uso razione del prodotto e una indubbia ricaduta economica».