Riceviamo e pubblichiamo
Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo. È una sostanza attiva che non viene utilizzata dall’industria alimentare ma, esclusivamente, in agricoltura. Il suo impiego riguarda la maggior parte delle principali produzioni agricole e non solo la produzione di frumento.
I limiti massimi di presenza di tracce di glifosato nelle materie prime agricole, e pertanto anche nel frumento, sono fissati dalla vigente normativa comunitaria finalizzata a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori.
Lo ricorda Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, aderente a Confindustria e Federalimentare, che rappresenta in via esclusiva l’Industria molitoria italiana a frumento tenero e a frumento duro per la produzione di farine di frumento tenero e semole di frumento duro destinate alla produzione di pane, pizza, dolci e pasta alimentare.
“I risultati delle sistematiche analisi di laboratorio effettuate dall’Industria molitoria attestano, in modo inconfutabile, che la presenza di tracce di glifosato può essere riscontrata sia sul frumento importato, sia sul frumento nazionale contrariamente a quanto incautamente e propagandisticamente affermato da alcune Confederazioni agricole.” afferma Cosimo de Sortis, presidente Italmopa. “Tale possibile presenza – è opportuno ribadirlo – si situa sempre su valori, sino a 1000 volte inferiori ai limiti comunitari, di assoluta garanzia per il consumatore. Senza entrare in valutazioni di ordine tossicologico, ma nel rispetto del diritto all’informazione del consumatore, è comunque doveroso interrogarsi sui motivi della presenza di tracce di glifosato anche nel grano duro nazionale e sui quali, come trasformatori, pretendiamo, delle risposte chiare ed esaustive.”
Italmopa ricorda che il rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato è attualmente all’esame della Commissione europea e degli Stati membri aderenti all’Unione europea.
“Non intendiamo certamente intervenire in un dibattito – quello relativo alla presenza massima di residui di prodotti fitosanitari nelle produzioni agricole – che è di esclusiva competenza delle Autorità comunitarie o nazionali designate a tutelare la salute dei consumatori sulla base delle valutazioni scientifiche espresse dagli organismi internazionali e comunitari” precisa De Sortis.
“Denunciamo tuttavia, con forza, l’incredibile ipocrisia di coloro, quale la Coldiretti, che da un lato, in Italia, denunciano la presenza di tracce di glifosato, indicato come “potenzialmente cancerogeno”, nel grano importato e dall’altro, attraverso l’Associazione europea degli agricoltori alla quale aderiscono, esortano, gli Stati membri a rinnovare, per 15 anni, l’utilizzo del glifosato in quanto non presenterebbe problemi di sicurezza e sarebbe essenziale a prevenire l’erosione del suolo e ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Pretendiamo quindi, facendoci portavoce anche delle esigenze di tutela della salute dei consumatori, chiarimenti da parte delle Organizzazioni rappresentative della produzione agricola”.