Questa volta la Puglia non è andata a braccetto con una regione d’Italia ma con una zona ben precisa, quella del Vesuvio. Una serata che ha registrato il tutto esaurito grazie a una collaborazione, quella tra Puglia Mon Amour e il Cantiere del gusto, ormai più che consolidata.
Tra i piatti in degustazione, delle polpette di baccalà alla vesuviana al forno (e non fritte, giusto per mantenere la linea), un’insalatina con formaggio di capra garganica presidio Slow Food e prosciutto crudo 36 mesi di Salumi Giannelli, crostini di pane di Monte Sant’Angelo con friarielli e bufala campana e troccoli al piennolo del Vesuvio, presidio Slow Food dalle caratteristiche più uniche che rare. Il profumo di questo pomodoro così saporito, credetemi, si sente a distanza senza avvicinare il naso e può essere utilizzato per pasta, verdura, carne e pesce. Dulcis in fundo una crostata con ricotta e un mini babà al cioccolato.
Non poteva mancare il vino. Protagoniste della serata le bottiglie di Cantine Olivella della zona di Sant’Anastasia, sulle pendici del Monte Somma. Ospite il titolare dell’azienda Ciro Giordano che ha raccontato di tavolo in tavolo la storia della cantina e dei suoi vini che grazie alle proprietà organoloettiche del terreno vulcanico in cui si trovano le vigne sono caratterizzati dalla freschezza e da una buona sapidità, quindi dal grande ventaglio di abbinabilità.
Una storia quella di Cantine Olivella che risale, pensate, al 1974 quando fu scoperto alle falde della sorgente “Olivella” un frammento d’orcio vinario. All’imboccatura l’orcio riportava la scritta “Sextus Catius Festus” con accanto la raffigurazione di una foglia stilizzata a forma di cuore. Cuore che è diventato poi, come potete vedere nelle foto, il logo stesso delle Cantine Olivella trasformandosi in un calice.
In degustazione durante la serata il Katà (IGT Catalanesca del Monte Somma), Lacrima Bianco (Lacryma Christi del Vesuvio Bianco DOC), Lacrima Nero (Lacryma Christi del Vesuvio Rosso DOC), Vipt (Vesuvio Rosso DOC).