Ha girato il mondo con in tasca una laurea alla Bocconi e il sogno di poter fare qualcosa di utile all’umanità, prima di decidere che la sua vita sarebbe stata la campagna, il suo Sud, il lavoro nei vigneti di Negroamaro e Primitivo, seguendo le orme paterne. Ma con un’impronta personale. A soli 24 anni, nel 2004, la giovanissima produttrice salentina Alessandra Quarta dà corpo al suo chiodo fisso: produrre “un vino di qualità alla portata di tutti” e, soprattutto, che fosse legato ad una buona azione. Nasce così il QU.ALE. blend “democratico” con il proposito di essere utile al mondo, affinché ogni volta che si beve un buon bicchiere di rosso si faccia del bene all’umanità. Nasce nel Salento, in Puglia, sotto lo sguardo vigile del padre Claudio Quarta, produttore che della qualità dei vini capaci di esprimere territori e autoctonia ha fatto la sua filosofia produttiva, con la quale guida, affiancato da Alessandra, le sue tre cantine: Moros a Guagnano (LE), Sanpaolo in Irpinia (AV) e Tenute Emèra a Marina di Lizzano (TA) dove è prodotto, appunto, il Rosso Salento IGP QU.ALE. «Un vino che non è affatto snob – spiega Alessandra – non si dà arie, non partecipa ai concorsi. Un vino giovane, da festa, alla portata di tutti. E anche il packaging, realizzato con materiale riciclato, ci aiuta a rendere il vino più sostenibile per l’ambiente».
Convinta che dal lavoro della terra non possa che nascere qualcosa di buono e utile, Alessandra lega l’acquisto di ogni bottiglia alla scelta democratica dell’acquirente di destinare il 5% del costo ad una associazione attiva nel sociale, perché, come recita l’art 2 del “Manifesto per una democrazia del vino” che ispira il progetto, “non c’è qualità del vino senza qualità della vita”. Importanti i risultati raggiunti in questi soli due anni di vita: a Roma sulla bellissima terrazza del Lanifico 159 è stato consegnato il ricavato alle associazioni no profit coinvolte. Amka Onlus, Charity Water, Made in Carcere, Salina dei Monaci, le organizzazioni che hanno beneficiato di un importo che sfiora gli 11mila euro, il 5% del fatturato di 218.736 euro. Una cifra record considerando la fascia di prezzo (è venduto sul sito qualevino.it a € 6.50) il breve periodo di vita, dal giugno 2014 -2016 e nessun investimento in promozione, facendosi strada da sé grazie ad un inaspettato passaparola. Il progetto ora si aprirà ad altre realtà: entro il 15 settembre le organizzazioni no profit e le associazioni di volontariato interessate possono inviare la propria candidatura, scrivendo a alessandra@qualevino.it
I PROGETTI – Made in Carcere, il progetto pugliese di Officina Creativa, cooperativa sociale leccese non a scopo di lucro, che produce borse e accessori riutilizzando tessuti di scarto cuciti dalle donne detenute, ha ricevuto un assegno di 1061 euro.
Sempre pugliese, la Salina dei Monaci, un’area della provincia di Taranto che dopo un passato glorioso per l’economia salentina seguito da decenni di abbandono e degrado è stata restituita alla sua bellezza paesaggistica e naturalistica: oggi, nei S.I.C. della “Rete Natura 2000” e Riserva Regionale Orientata, ospita fenicotteri rosa e altre specie rare come cavalieri d’Italia, aironi cenerini, gru e folaghe. È gestita dal Comune di Manduria e al sindaco Leonardo Massafra è stato consegnato un assegno simbolico di 2472 euro, utili a dotare l’area di beni a servizio di turisti e visitatori.
La terza associazione è Charity Water, organizzazione non governativa che ha come obiettivo portare l’acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, a cui gli acquirenti del QU.ALE hanno destinato 1553 euro.
Infine, AMKA ONLUS, organizzazione no profit con sede a Roma opera nella Repubblica Democratica del Congo e in Guatemala per la sanità di base dei bambini, l’accesso all’acqua potabile, la lotta all’HIV e alla malnutrizione. Il presidente Fabrizio Frinolli ha ritirato un contributo di 5851 euro.
Orgoglioso il papà, Claudio Quarta, che ha dedicato molti anni alla ricerca nel campo della genetica umana e biofarmaceutica prima di divenire “Vignaiolo” nel 2005. «Lascio New York e il Nasdaq per ritrovare il sapore della mia terra», così motivò il suo ritorno alle origini, alla sua terra, ai ricordi dell’infanzia e alla sua passione per i grandi vini. La chiave di accesso al suo mondo enologico è nel rapporto osmotico con i territori scelti per le cantine, tradizionalmente vocati alla viticoltura: le terre del Primitivo per Tenute Eméra, quelle del Fiano di Avellino DOCG, del Greco di Tufo DOCG, della Falanghina e del pregiato Aglianico per Cantina Sanpaolo e il cuore del Negroamaro, epicentro della DOP Salice Salentino, per Moros, rarità nel panorama enologico nazionale, essendo dedicata alla produzione di un solo vino, l’omonimo Moros.