Il resveratrolo, enzima contenuto nei vini rossi, protegge la pelle, stimola produzione di collagene, ossigena i vasi periferici: è capace di fare tutto questo e ancora di più fungendo da antiossidante, incrementando il colesterolo (quello buono) e la sensibilità dell’insulina con effetto antidiabetico, attivando la vasodilatazione, e ancora influendo sulla melatonina che del nostro orologio biologico è controllore. Naturalmente l’importante è non eccedere.
Se ne è parlato a Bari durante un incontro al ristorante Le Giare. Una cena con aperitivo a base di lezione sul perché “il vino sì” organizzata dalla condotta barese di Slow Food.
È tempo che le persone si riconcilino col cibo, che ultimamente sembra una vera disgrazia-calamità e invece dovrebbe essere sinonimo dello stare insieme, chiacchierare, condividere magari sorseggiando un buon bicchiere di vino, a patto che – ha specificato il dietista Giuseppe Amoruso – tutto, cibo e vino appunto, non oltrepassi quell’oltre che è il vero responsabile di danni. La giusta dose che in questo caso è “non eccedere altrimenti il nostro organismo immagazzina tutto nell’addome fino a che le cellule sature non scoppiano e allora si’ che ci si può ammalare di tanto e di tutto”.
Amoruso ha, infine, ricordato come sia “buona prassi per gli uomini berne un bicchiere a pasto, diciamo tra i 150/180 mlg, mentre le donne, causa un enzima presente a livello epatico che degrada l’alcol, devono accontentarsi di una dose dimezzata. E solo se si eccede, ma in maniera continuativa e si si abusa, gli effetti possono essere negativi e tanto”.