Le stelle quest’anno splendono nel “cielo” di Brindisi. Sì perché la tanto attesa uscita della Guida Michelin 2016 continua a far discutere, nel bene e nel male. C’è chi le stelle le perde – clamoroso il caso di Davide Scabin che sperava nella terza stella ma si ritrova decurtato addirittura della seconda – e c’è, con tanta gioia, chi le prende. E la Puglia torna a sorridere. Perché ora sale a quota sette dopo lo stop targato 2015.
È un giovanissimo chef, Andrea Cannalire, a far splendere quest’anno il firmamento dei ristoranti stellati nella nostra regione. Cannalire, chef de “Il Cielo”, relais a cinque stelle di Ostuni, è originario di Francavilla ed è davvero giovanissimo, solo 29 anni. È subentrato l’anno scorso allo chef andriese Sebastiano Lombardi, ora protagonista indiscusso della rivoluzione gourmet de “Il Pellicano”, il leggendario hotel di lusso dell’Argentario. Dopo la formazione all’istituto alberghiero di Brindisi, Cannalire ha iniziato la sua carriera al ristorante “Già sotto l’Arco” di Carovigno (Br) per passare poi alla corte di Antonino Cannavacciuolo nel suo Villa Crespi di Ora San Giulio (Novara). Quindi i passaggi al Parizzi di Parma, allo Schuman di Ispra (Va), al Magnolia di Cesenatico e infine l’approdo a Milano a L’Unico sotto Fabio Baldissone e al Pont de Fer.
Dieci in tutto gli chef italiani insigniti della stella rossa che sono nati negli anni Ottanta. Tra questi anche Martina Caruso (26 anni) del ristorante dell’Hotel Signum di Salina e Giovanni Santoro (31 anni) del ristorante dell’Hotel Shalai di Linguaglossa.
Brindisi brilla quindi. Gli importanti riconoscimenti gastronomici Michelin hanno trovato casa a Carovigno, “Già sotto l’arco”, a Ceglie Messapica, “Al fornello da Ricci” e ora anche “Il Cielo” di Ostuni.
Perde invece la stella lo storico “Il Poeta contadino” di Alberobello, uno dei primi ristoranti pugliesi insigniti della stella.
E ora, in Puglia, siamo a quota sette. Oltre ai tre brindisini e al ristorante “Bacco” di Barletta (BAT) che si riprende la sua stella, nella preziosa lista ritroviamo il “Pashà” di Conversano (Bari), “Angelo Sabatelli” (Monopoli) e un’altra bella conferma, “Umami” di Felice Sgarra ad Andria.
Una bella sorpresa la guida più famosa al mondo la riserva anche per il Menelao a Santa Chiara del senatore Michele Boccardi. Il ristorante di Turi (Bari) entra in lizza per la stella trapuntata rosso su bianco con il giudizio di ristorante “molto confortevole”. Questo è il punteggio massimo di preludio alla stella. Lo chef Gaetano Servidio dedica questo traguardo “a tutto lo staff che, con passione e amore per la ristorazione e il buon gusto, ha sposato la mia idea di trasformare prodotti genuini e a km zero in piatti prelibati e ricercati, che mescolano la tradizione della nostra terra all’innovazione del nostro tempo”. Un riconoscimento che inorgoglisce tutto il Gruppo Menelao, Boccardi in primis, e che arriva come un regalo di compleanno alla vigilia del ventesimo anno del gruppo.
Una fotografia della ristorazione italiana, quella della Guida Michelin, che ogni anno regala novità, conferme e cadute eccellenti. Nel panorama italiano ventiquattro new entry tra gli stellati, due nuovi ristoranti e otto conferme nell’Olimpo delle tre stelle. Con 334 ristoranti l’Italia si conferma come la seconda selezione più ricca al mondo: 288 con una stella, 38 con due stelle, 8 con tre stelle.