Torna, per il secondo anno consecutivo e dopo il successo della prima edizione, “Vin’ a Trani”, la manifestazione dedicata al vino nella città che con il vino si identifica da sempre. E il titolo, dove l’apostrofo è a forma di goccia e il simbolo è una cattedrale fatta di soli calici, è insieme la declinazione in vernacolo di un invito e la valorizzazione del prodotto tipico più famoso, marchio di fabbrica di un territorio.
L’appuntamento è per domenica 29 novembre nell’ottocentesco Palazzo Pugliese, proprio nel salotto buono della città che, per l’occasione, si trasformerà in una grande piazza dove anche alcuni negozi diventeranno dei banchi di assaggio per esperti, semplici appassionati e amanti del bere consapevole.
Ideata e organizzata da Francesca de Leonardis, consulente enogastronomica, e Michele Matera, titolare del ristorante “Corteinfiore”, “Vin’ a Trani” è l’occasione per mettere insieme i produttori di vino del territorio e quelli che vengono da più lontano. Ma anche per rendere concreta l’idea di destagionalizzazione del turismo da più parti auspicata per far vivere la città 12 mesi l’anno, non solo durante l’estate.
L’idea da cui si parte infatti è quella di accendere Trani, farla tornare ai fasti del passato, emozionare chi viene a visitarla, promuoverla a capitale del buon vivere. Non solo per i monumenti ma anche per le sensazioni che è capace di suscitare. Partendo proprio dal vino, simbolo di una città che deve vivere, nelle intenzioni degli organizzatori, 12 mesi l’anno senza interruzioni, come se la bella stagione durasse per sempre.
Per un’intera serata il protagonista sarà il famoso “nettare degli dei”, come lo chiamavano gli antichi. E la scelta di Trani non è casuale. Si chiamavano “I Trani”, infatti, quelle botteghe della Milano “da bere” degli anni ’60 dove si poteva mangiare e stare in compagnia. “Scolando barbera”, cantava Giorgio Gaber in una sua famosa canzone chiamata proprio “Trani a go go”, ispirata ai momenti passati insieme ad artisti come Dario Fo, Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Lino Banfi, e tanti altri.
In tutto 24 le cantine che esporranno i loro prodotti. Arrivano dalla Puglia naturalmente, dall’Abruzzo, dalla Campania, dal Friuli e dalla Lombardia, in un ideale itinerario enologico e gastronomico. E non mancherà neppure il moscato, vero e proprio padrone di casa.
Insieme ci saranno le sigle di Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), Ais (Associazione Italiana Sommelier) e Le Donne del Vino, la coniugazione al femminile della viticoltura italiana. Il partner sociale, come lo scorso anno, sarà Made in Carcere, l’iniziativa nata nel 2007 da un’idea di Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa, una cooperativa sociale, non a scopo di lucro, che dà lavoro alle detenute. Le donne impegnate nel progetto producono manufatti “diversa(mente) utili”, dalle borse agli accessori originali e colorati.