Nella terza “puntata” della nostra nuova rubrica Le Sfide del Vino Pugliese abbiamo ascoltato il punto di vista di Vittoria Cisonno, direttore del Movimento Turismo del Vino Puglia.
Ci sono turisti che scelgono la Puglia appositamente per il vino?
“Solo per il vino non credo. Perché non c’è ancora un’organizzazione strutturata. Ad esempio le famose Strade del Vino, che sono morte, non hanno avuto un ricambio. Ne ho parlato in Regione: fare una strada unica da promuovere. Come MTV, ad esempio, facciamo tanta comunicazione. Vengono tanti turisti, organizzano pullman. Arrivano anche dal Canada e si rivolgono a noi. Non abbiamo però un monitoraggio. Va fatto per avere una risposta certa. La sensazione è che i turisti vengono in Puglia per visitare i trulli e il mare e si ritrovano in cantina. Alcuni ristoratori danno più importanza al loro prodotto che al vino.
Ma un giorno, anche lontano, la Puglia potrà permettersi di ricevere turisti che verranno solo per un’esperienza enologica?
“Sicuramente sì e non è nemmeno troppo lontano. Diciamo che ci stiamo lavorando. Dobbiamo capire se con la nuova amministrazione regionale riusciremo a impostare un dialogo con l’assessorato al turismo più intenso. L’agricoltura ci ha sempre seguiti, il turismo l’ha fatto a singhiozzo. E non va bene. Bisognerebbe invece mettere degli info point in punti strategici e migliorare la comunicazione con le cantine. Le nostre sono organizzate dal punto di vista strutturale, ma rispetto a quelle di regioni più visitate non lo sono dal punto di vista di ospitalità. Ad esempio le nostre cantine non vogliono aprire il sabato e la domenica, quando invece ci sono i turisti. Parlando con le cantine, mi dicono che nel weekend c’è poca gente. Il problema è che c’è carenza di comunicazione. O meglio, la facciamo solo in occasione degli eventi e non durante tutto l’anno. Ci vorrebbe un investimento importante, che dev’essere concordato insieme alle istituzioni. All’inizio c’erano gli Open Day, poi sono morti. Bisogna mettere in condizione le cantine di rimanere aperte, perché conviene. Se devono essere le cantine a pagare una persona che deve rimanere lì tutto il giorno, è un costo difficile da sopportare. L’interesse da parte del turista c’è. D’estate siamo tormentati dalle telefonate, però poi contattiamo le cantine e sono chiuse. La richiesta c’è. Quindi bisogna offrire, magari anche con una rotazione, ciò per il quale il MTV è nato. Sono in pochi a farlo”.
Cosa possono migliorare le cantine, le associazioni o i consorzi come il vostro per attrarre sempre più enoturisti in Puglia?
“Fare più comunicazione, ad esempio negli alberghi e nei punti d’informazione turistica tutto l’anno. Le cantine possono restare aperte da marzo a novembre. Stanno aumentando molto le richieste da parte di chi organizza convegni medici, scientifici, per giudici con serate nelle cantine. Anziché portare i partecipanti nella serata inaugurale o finale in un ristorante o masseria, scelgono le cantine. Le associazioni e i consorzi dovrebbero invece rafforzare i rapporti con i tour operator internazionali.
La Puglia deve continuare a seguire la strada dei vitigni autoctoni?
“Assolutamente sì. Senza se e senza ma. Sarebbe assurdo fare diversamente. Anche perché stanno venendo fuori dei buoni prodotti”.