Nella seconda “puntata” della nostra nuova rubrica Le Sfide del Vino Pugliese abbiamo ascoltato il punto di vista di Ilaria Donateo, titolare dell’Enoteca Sapori d’Arneo di Porto Cesareo e presidente dell’associazione di produttori vitivinicoli di Negroamaro “deGusto Salento”.
Ilaria, i turisti che vengono a trovarvi in enoteca a Porto Cesareo sono invogliati a portarsi via un pezzo di Puglia acquistando una bottiglia di vino pugliese?
“La nostra enoteca, sembrerà strano, ma lavora con il turista 365 giorni l’anno. Abbiamo fidelizzato tantissima clientela che ogni anno viene a trovarci, clienti che villeggiano ormai abitualmente a Porto Cesareo, clienti nuovi che entrano perché già dall’esterno capiscono che possono avere una vasta scelta di ‘come bere la Puglia’, clienti che arrivano con il passaparola. Tutti portano via più di un pezzo di Puglia enologica, dall’intenditore al semplice appassionato al curioso. Chiedono quali sono i vitigni che caratterizzano la regione e portano via almeno un’etichetta per vitigno. La prevalenza dei vini che portano via è il rosso, quasi un 70 per cento, e poi una buona parte rosati – si sa noi lo spingiamo molto anche a chi è scettico – e i bianchi”.
Com’è andata la stagione estiva a livello di vendite del vino pugliese?
“Il vino pugliese continua la sua scalata. Ottimi risultati nelle vendite, sicuramente più attenzione ai monovitigni territoriali, Primitivo sia di Manduria, ma anche molto bene il Primitivo di Gioia del Colle e il Negroamaro, i più richiesti e venduti. Ottima attenzione alle bollicine pugliesi e grande curiosità verso i vitigni minori. Poche le richieste di vitigni internazionali”.
Quali sono le sfide più grandi che incontra ancora il mondo del vino pugliese? Come si possono superare?
“Sicuramente le fasce di prezzo, molto diverse fra di loro, troppe aziende che purtroppo non hanno una collocazione commerciale e quindi cercano di “piazzare” il loro vino dappertutto. Ci dimentichiamo però che dietro quella bottiglia c’è il lavoro di uomini e donne che lavorano dalla vigna fino in cantina. Il vino deve essere raccontato, bisogna spiegare all’utente finale cosa andrà a bere, perché quel vino ha quel determinato prezzo a scaffale o al ristorante. C’è purtroppo tanta disinformazione e poco personale che davvero ci mette passione in questo lavoro. Ci vorrebbe da parte dei ristoratori e enotecari maggior tempo da dedicare alla Puglia”.