Sono Australia e Taiwan i mercati dell’Oceano Pacifico più promettenti per l’export italiano di vino e olio extravergine d’oliva. Il 2014, in particolare, è stato un anno d’oro per due dei prodotti di punta dell’agroalimentare tricolore. In Australia il vino importato ha raggiunto 8,5 milioni di litri, per un controvalore di 35,4 milioni di euro, ponendo l’Italia al terzo posto, tra gli importatori, dopo Nuova Zelanda e Francia. Nell’isola di Taiwan, invece, l’anno appena concluso ha registrato il boom di vendite di olio extravergine, raddoppiate fino a 17 milioni di euro.
A rivelarlo i due focus commerciali presentati a Vinitaly e a Sol&Agrifood, i due saloni dedicati al vino e all’agroalimentare di qualità che, dopo quattro giorni, chiudono oggi a Veronafiere.
La Camera di Commercio di Melbourne ha tracciato l’identikit enologico dell’Australia, tra i paesi del mondo con il più elevato consumo di vino pro capite, pari a 29,1 litri all’anno. Ma in consumatore tipo è anche molto più attento alla qualità e alla ricerca di vini pregiati, acquistando sempre più spesso online.
Grande interesse, poi, per il settore del biologico, considerato un valore aggiunto dal 91% degli australiani. Per capire il fenomeno bio, basta pensare che nel continente la produzione interna di uva con metodi naturali, è aumentata del 120% in tre anni. Resta importante, infine, il fattore di affinità culturale, considerato che quasi il 5% degli australiani ha origini italiane.
Superato, quindi, lo scoglio di normative stringenti su dogana, quarantena e particolare etichettatura per gli alcolici, le potenzialità dei vini nostrani per un ulteriore sbarco in forze su questo mercato restano numerose. Tanto che, già nel 2014, Veronafiere con Vinitaly International ha partecipato a Melbourne all’evento “Italian wine meets Australia” per valorizzare la produzione enologica made in Italy e, quest’anno, a Vinitaly, l’Australia è stata presente con una delegazione commerciale agli incontri b2b dell’International Buyers’ Lounge.
Dal vino all’olio di oliva. Qui, il workshop “Esportare olio e food a Taiwan”, organizzato dall’Agenzia ICE, Unaprol e Sol&Agrifood, ha evidenziato come la cucina taiwanese abbia scoperto e stia apprezzando l’extravergine italiano, il cui import è cresciuto del 100%, dal 2013 al 2014, facilitato anche dall’assenza completa di dazi. Nell’isola, l’Italia detiene oggi il 58% del mercato, davanti alla Grecia, secondo fornitore ma con appena il 18% delle quote. Numeri che dimostrano il vantaggio competitivo della qualità e dell’affidabilità del prodotto, garantite della provenienza italiana.