Cinque grandi e irresistibili piatti a base di maiale per cinque irrinunciabili vini del Sud. Sono stati i protagonisti della serata “Aspettando Radici del Sud 2015”, il salone dei vini autoctoni meridionali che per la decima edizione si terrà nel mese di giugno a Bari.
Il terzo di una serie di eventi organizzati da Nicola Campanile, presidente dell’Associazione Propapilla e ideatore di Radici, si è tenuto giovedì 5 marzo all’Osteria Botteghe Antiche di Putignano. L’occasione ideale per approfondire la conoscenza di alcuni tra i più importanti vini prodotti nel Meridione.
A quattro rossi d’annata di altrettante storiche cantine del Sud Italia si è aggiunto anche il Fiano d’Avellino 2004 di Villa Diamante scelto per omaggiare la memoria di Antoine Gaita.
“Non è trendy solo la Puglia anche se è comunque in pole position – ha detto Campanile – È trendy il Sud, ecco perché l’idea di promuoverlo tutto insieme, con le aziende più rappresentative di ogni regione che hanno portato annate particolari delle loro produzioni”.
I cinque vini sono stati proposti in abbinamento ai piatti dello chef Stefano D’Onghia e del suo staff, tutti diversi l’uno dall’altro e a base di carne di maiale. A partire dai sivoni e dalle polpettine di maiale in consommè abbinati al Fiano di Avellino 2004 di Villa Diamante.
Particolarmente apprezzato tanto da chiedere il bis da alcuni partecipanti alla cena, l’hamburger di fegato di maialino e cipolla di Acquaviva caramellata all’arancia accompagnato dal vino Serra della Contessa Nerello Mascalese ’99 dell’azienda vinicola siciliana Benanti.
A sposare il saporitissimo capocollo di maiale marinato accompagnato da chips croccanti di lampascioni e cotto di fichi il Notarpanaro 1997 di Cosimo Taurino.
Un primo piatto immancabile da abbinare rigorosamente ad un buon calice di vino, le orecchiette con ragù di maialino, cotto per otto ore, come ha spiegato D’Onghia, con una spolverata di farinella sul bordo del piatto, prodotto tipico di Putignano. Accanto, un bicchiere di Ripe del Falco ’93, Ippolito 1845.
È stata cotta in un antico forno a legna del 1890 la porchetta aromatizzata alle erbe della Murgia di Masseria Barbera servita come secondo piatto con il vino Don Anselmo, Aglianico del Vulture ’97 dell’azienda Paternoster. Per concludere le zeppoline fritte di San Giuseppe, fiore all’occhiello della tradizione dolciaria meridionale.
I prossimi appuntamenti di “Aspettando Radici del Sud” saranno a Roma, Napoli e Palermo.