“Straziami ma di Braci saziami”. Un simpatico gioco di parole per una donna dai capelli fiammeggianti. Il suo è uno sguardo sensuale, ammiccante. E la sua bocca è pronta a elargire baci. C’è passione, calore, sentimento. Perché “Le Braci sono donna”.
Presentata, mercoledì 5 novembre, l’annata 2007 del vino Le Braci dell’Azienda Monaci di Severino Garofano negli spazi della Galleria Francesco Foresta, nel cuore del centro storico di Lecce. Un open day dove non sono mancati food, musica e arte per un vino che viene prodotto con grande dedizione da uve di Negroamaro e che sta regalando all’azienda tante soddisfazioni. Numerosi e importanti, infatti, i riconoscimenti, ricevuti da alcune delle più prestigiose guide italiane.
“C’è tanto amore e passione dietro al nostro Negroamaro – racconta a Puglia Mon Amour Stefano Garofano – e più in generale dietro al vino. ‘Straziami ma di Braci saziami’ ci sembrava l’assonanza più bella per questa giornata”. L’artista salentina Valentina D’Andrea ha così disegnato il volto di una figura femminile. “C’è molta passionalità in voi donne, è inutile negarlo – dice Garofano con un sorriso – Speriamo che questo vino, nel suo essere, abbia passione femminile”.
Fondata nel 1995 a Copertino dal famoso enologo Severino Garofano che trasferitosi dall’Irpinia al Salento s’innamorò di questa terra scrivendo così con il suo lavoro una pagina importante della storia della vitivinicoltura del Sud, ora l’Azienda Tenute Monaci è guidata dai figli Stefano e Renata. “Il Negroamaro è stato il primo vitigno con cui ha lavorato nostro padre – continua Garofano – e a cui noi dedichiamo i nostri sforzi e il nostro lavoro quotidiano. A volte, anche se molto conosciuto e apprezzato, rimane un passo indietro mentre noi vogliamo aggiungerci ai produttori del territorio che ne mettono in risalto l’eccellenza”.
A suggerire all’enologo Severino Garofano il nome di questo vino è stata la lettura dell’omonimo romanzo dello scrittore ungherese Sandro Marai, un racconto sulla forza della passione e dell’amicizia, sentimenti che mai, anche dopo molto tempo e destini opposti, smettono di ardere.
Il 2007, spiega Stefano Garofano, è stato un’annata calda. “Quindi c’è ancora più passione in questo vino – dice – Le Braci nasce come Negroamaro di lungo affinamento e vuole portare nel tempo questa evoluzione mantenendo il legame con quella che è stata la vendemmia da cui ha avuto origine. È un vino di grande persistenza, un vino che si lascia voler bene e che vuole bene a chi si approccia a lui. L’abbinamento giusto? Un bacio…”.
L’open day è stato allietato dalle note del duo Redi Hasa, al violoncello, e Rocco Nigro, alla fisarmonica. E per rimanere in tema di tradizioni e territorio, non poteva mancare il pasticciotto. Quello dolce sì, ma anche un pasticciotto molto particolare. Oltre a quelli con scamorza, bresaola e ricotta, il maestro pasticcere Antonio Campeggio ha voluto, infatti, proporre una variante decisamente originale di quello che è conosciuto da tutti come un dolce tipico leccese. Una vera rivoluzione dal sapore unico e stuzzicante al palato.
“Per l’occasione abbiamo creato un pasticciotto salato con pasta frolla impastata con Le Braci e una farcitura di carne molto selezionata e saltata con questo vino spettacolare e molto aromatico. Siamo usciti un po’ fuori dagli schemi ma comunque sempre nel totale rispetto delle tradizioni”.
Campeggio, che gestisce la famosa pasticceria Arte Bianca a Parabita e Il Pasticciottino a Gallipoli, è l’unico salentino, insieme ad altri due pugliesi, a far parte dell’Accademia dei maestri pasticceri italiani, la più importante in Italia (55 i membri), “il cui scopo è quello di portare qualità a 360 gradi intesa come materie prime, lavorazione e vendita e far crescere la cultura della pasticceria”.
Pasticcere da trent’anni, Campeggio sorride ripensando alla sua storia. Una passione nata nell’82 “quando i ragazzini andavano a lavorare nelle botteghe degli artigiani”. “Mio padre parlò con un pasticcere e decise di mandarmi a lavorare in pasticceria. Io ero golosissimo e non mi sono fatto pregare due volte”.
E parlando di leccornie, la degustazione di Le Braci non poteva non concludersi nel migliore dei modi, con le praline Maglio ripiene di ciliegie ferrovia, crema di mandorle e cioccolato fondente. Vino e cioccolato. Un’accoppiata vincente in un contesto particolare che ha seguito un altro binomio, quello dell’arte e gusto, voluto fortemente dalla cantina per contestualizzare al meglio il prodotto scelto, puntando su una rassegna chiamata “SudEstArte”, sulla convinzione che la promozione della cultura del territorio passi attraverso sinergie trasversali di qualità.