Quest’anno se ne produrrà il 20 per cento in meno ma il vino pugliese gode di ottima salute e ha vitigni, a cominciare dal Primitivo, che sono destinati ad affermarsi sempre più sui mercati internazionali.
È la diagnosi emersa a conclusione del viaggio di cinque giorni attraverso vini e cantine di Puglia fatto da una trentina di giornalisti specializzati, invitati nella nostra terra dal consorzio Puglia Best Wine di Brindisi.
L’ultima sessione è stata dedicata all’approfondimento di una ricerca effettuata da Nomisma, che ha consentito di rilevare gli enormi passi avanti fatti dal vino pugliese negli ultimi anni.
Basti pensare che appena otto anni fa quasi l’80 per cento del nostro vino si vendeva sfuso, senza etichetta ed era, perciò, un vino senza valore. Oggi è esattamente il contrario: il 70 per cento del nostro vino viene imbottigliato e venduto per il 60 per cento in Italia e per il 40 per cento all’estero, prevalentemente in Europa e ha un’incidenza dell’8 per cento sul Pil regionale.
I meriti sono stati riconosciuti da Nomisma all’efficace politica condotta dalla Regione Puglia. Non a caso all’incontro hanno partecipato l’assessore all’Agricoltura Fabrizio Nardoni e il suo predecessore Dario Stefàno. Ottime le previsioni per il futuro del settore vinicolo pugliese, soprattutto se si guarderà a nuovi mercati come quello americano e cinese e perfezionando due specialità di sicuro successo: i rosati e gli spumanti.