Le banche aiuteranno le imprese olivicole colpite dall’epidemia della Xylella fastidiosa, il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento. La buona notizia arriva da Bari.
È il primo passo per ridare ossigeno ai produttori, che – a un anno dalla scoperta dell’epidemia – attendono ancora il provvedimento della Regione Puglia che dichiari l’eccezionalità della patologia e il decreto del ministero che a fine mese finanzierà i primi risarcimenti per due milioni di euro.
Ulteriori sostegni alle aziende agricole saranno coordinati dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, e a bari – in un incontro voluto dalla Coldiretti – si è delineato il percorso per tirare fuori dalla palude un settore fonte di reddito e di lavoro per migliaia di persone.
I focolai hanno raggiunto i 30mila ettari e non c’è al momento uniformità di pensiero su come intervenire per fermare la Xylella. Gli scienziati cercano gli insetti vettori del batterio, Bruxelles ordina di abbattere gli ulivi malati e creare un cordone sanitario e le organizzazioni di produttori studiano strategie alternative. L’ultima è stata discussa in piazza a Castiglione di Otranto, frazione di Andrano. Per l’associazione “Casa delle agricolture Tullia e Gino” non serve a nulla eradicare le piante infette: basta una semplice profilassi, basata su buone pratiche agricole, e curare gli ulivi, ormai abbandonati per il prezzo troppo basso dell’olio. Tornare insomma ad un’agricoltura sostenibile, senza ricorrere alla chimica.