A Locorotondo, in Valle d’Itria, è tornata la tradizionale “Sagra dello gnumeredde suffuchete”, una ricetta locale unica e inimitabile.
Quattro secoli di vita per l’involtino bianco di Locorotondo. Specialisti ed estimatori che arrivano da tutta Europa per assaggiarlo lo chiamano gnumeredde suffuchete. Un’autentica specialità che richiede oltre 10 ore tra lavorazione e cottura. Il foglio di trippa di agnello, il cuore della pietanza, viene stirato e lavato prima di arrivare in cucina.
La 36esima sagra, abbinata alle altre specialità alla brace, è stata un successo, all’insegna del gusto e della partecipazione. Un orgoglio locale per la comunità di Locorotondo che rivendica la creazione della ricetta tradizionale contesa con le vicine Martina Franca e Cisternino.
La ricetta doc quella di Anna Laghezza, organizzatrice dell’evento: “Li cuciniamo con olio, acqua, cipolla, scorzette di pecorino, alloro, pomodoro, sedano e tanta cipolla. La cottura dura 4-5 ore e devono essere al dente, non spappolati”.
Una ricetta legata alla tradizione, come spiega Salvatore Di Tano, presidente della Pro Loco: “Abbiamo trovato la ricetta e tutti gli ingredienti scritti sul diario di una massaia. La Pro Loco e la sagra li ha rispolverati tutti da decenni”.