Riti e processioni pasquali nel Tarantino tra religiosità e misticismo

Pubblicato il 13 Apr 2014 da Simona Giacobbi

VENERDI SANTO FRANCAVILLA FONTANA BRINDISI0005

Il mistero dei volti incappucciati e dei canti religiosi avvolge le stradine lastricate del centro di Taranto e della provincia. I suoni, i racconti, i dialetti.
La Pasqua tarantina è ricca di tradizioni ed è da sempre un importante riferimento per la collettività in termini di partecipazione e di coinvolgimento emotivo. L’apice delle celebrazioni religiose nel corso della giornata del Venerdì Santo, in genere con la processione dei Misteri, ma anche il Venerdì antecedente la Domenica delle Palme, quello che un tempo era denominato di Passione o dei Dolori, vede quasi in ogni località una processione dell’Addolorata o della Desolata. La processione dell’Addolorata si terrà da mezzanotte alle 14 del pomeriggio di venerdì mentre un’altra processione partirà lo stesso giorno alle 17 e rientrerà la mattina del sabato alle 7.
I Perdoni (le Perdúne in dialetto tarantino), la processione dei Misteri e la ricerca della Madonna di Gesù per tutta la notte tra Venerdì e Sabato Santo, a Taranto, si arricchiscono quest’anno di una novità: la prima edizione del “Mysterium Festival. La Settimana Santa. Incontro con il mistero: passione e resurrezione”, organizzata, con il patrocinio della Curia Arcivescovile di Taranto, e in partenariato con Confindustria Taranto, da Orchestra ICO della Magna Grecia, Le Corti di Taras, Fondazione per la Cultura Taranto e Scorpione Editrice.
Nella Domenica delle Palme, le due principali Confraternite di Taranto, quella di Maria SS. Addolorata e S.Domenico e quella di Maria SS. del Carmine convocano in assemblea straordinaria i propri iscritti ed effettuano le “gare” per aggiudicarsi l’onore di partecipare alle due processioni, il Pellegrinaggio della Vergine Addolorata e la Processione dei Sacri Misteri. All’inizio dell’assemblea, il segretario o uno degli assistenti del Priore bandisce l’asta – che si è tenuta lo scorso weekend – che prosegue fino a quando l’offerta più alta non è superata da altre offerte. A questo punto il simbolo (o statua) viene aggiudicata al confratello che ha fatto l’offerta maggiore. Il ricavato delle “gare” viene devoluto nel corso dell’anno in favore di iniziative benefiche. Quest’anno il ricavato sarà dato alla mensa dei poveri.
Tra gli inizi del 1500 e la fine del 1600 a Taranto si fondano ben 15 confraternite. La prima pare sia quella di San Cataldo in Santa Caterina. Tra queste c’è anche quella del Carmine che cura la processione dei Misteri.
I Perdoni sono le “poste”, coppie di penitenti, Confratelli del Carmine che nel pomeriggio del Giovedì Santo escono a intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per effettuare un pellegrinaggio, scalzi e vestiti, con un camice stretto in vita e ai polsi, un rosario nero e medaglie sacre, una cinghia di cuoio nero attaccata in vita rappresentante la frusta che colpì Gesù e due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate “Decor” e “Carmeli” in seta blu chiaro. Pare che i perdoni di Taranto abbiano acquisito questo privilegio solo alla fine del 1700. Prima di allora infatti il pellegrinaggio ai Sepolcri era fatto anche dalle poste composte da confratelli di altre congreghe. Come quelli del Rosario. Si dirigono verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestiti i “sepolcri”. La coppia che esce dal portone della sagrestia si chiama di “campagna” e compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Nuova, mentre la coppia che esce dal portone principale si chiama di “città” e compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Vecchia. Può succedere che durante il pellegrinaggio due poste, due coppie di confratelli, possano incontrarsi sulla stessa strada. Quando ciò accade si verifica il rito de “U Samelìcche”: i perdoni si tolgono il cappello, si inchinano e sbattono i medaglieri, i rosari e le corone all’altezza del petto.
Tanti gli studi che sono stati fatti sui riti pasquali tarantini. Riti che non hanno fatto altro che accrescere la bellezza di questi luoghi lasciando testimonianze uniche, attirando visitatori, turisti e curiosi che rimangono affascinati, colpiti e incantati da tanta passione.

Nella fotogallery alcuni spettacolari momenti delle processioni che si tengono il giovedì e venerdì santo nel Tarantino (Massafra, Fragagnano) e Brindisino (Francavilla Fontana). Un ringraziamento speciale va a Donato Montemurro per il servizio fotografico.

Giornalista professionista, laurea in lingue e letterature straniere e un master in Social Communication. Piacentina d’origine, pugliese d’adozione dal 2012, cresciuta a tortelli e gnocco fritto, impara a cucinare in Canada, a Toronto, dove ha vissuto sei anni e dove ha lavorato per il quotidiano italiano Corriere Canadese. Oltreoceano scopre una diversità culinaria etnica senza confini. Da allora la sua vita cambia. Cucina e ristoranti diventano luoghi interscambiabili di idee, progetti, tradizioni e passioni. Ama assaporare, provare, gustare. E fare foto. Conduce su Telenorba e TgNorba24 la trasmissione “I colori della nostra terra”, un programma che parla di ruralità, agroalimentare ed eccellenze enogastronomiche della Puglia. Ha collaborato con I Love Italian Food e il Cucchiaio d’Argento ed è spesso chiamata a far parte di giurie di eventi a carattere enogastronomico e di concorsi legati al mondo della pizza. Recensisce pizzerie per guide cartacee e online. Nel 2011 crea Pasta Loves Me, un blog che parla di lei, di pasta, food e lifestyle. È fondatrice e responsabile di Puglia Mon Amour, un’avventura che vive con gli occhi curiosi di turista e l’entusiasmo di un’innamorata per una terra che regala ogni giorno emozioni, genuinità e solarità. Ha la pizza napoletana nel cuore e tutto quello che rende felice il suo palato. E vive con una certezza: la pizza non le spezzerà mai il cuore.

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