Mangime per spigole ed orate di allevamento arricchito con estratto di uva da vino. Senza effetti sul loro… orientamento. Tutt’altro. Il fitocomplesso estratto da uva di Troia, ad acino piccolo – messo a punto dai ricercatori dell’università di Bari e da quelli della Farmalabor, azienda farmaceutica di Canosa (nel Barese) – ha infatti effetti positivi che riducono drasticamente l’uso di antibiotici e di vaccini. L’uva di Troia – dal nome di un vino rosso ad alta gradazione prodotto soprattutto nell’areale compreso tra il nord Barese e il sud Foggiano- è infatti un antiossidante attivo ricco di polifenoli in grado di potenziare il sistema immunitario dei pesci riducendo l’impiego di antibiotici. E quindi pesci più sani, carni più sane, alimenti più sani per il consumatore.
I 14 ricercatori impegnati nel progetto “Vis Maris” (forza del mare) hanno verificato che il mangime tradizionale arricchito con il fitocomplesso potenzia il sistema immunitario dei pesci, limita l’impiego di antibiotici e vaccini e migliora la qualità degli alimenti ittici. Il meccanismo è semplice. “Il pesce -spiega Emilio Jirillo, docente di Immunologia dell’università di Bari, impegnato nel progetto – ingerisce il polifenolo contenuto nel mangime e stimola le sue cellule immunitarie intestinali. Da lì si propagano a tutti gli organi del pesce proteggendolo dai patogeni presenti negli allevamenti”.
Insomma incorpora sostanze protettive che altrimenti otterrebbe dai vaccini e dagli antibiotici. Finito in tavola, il pesce trasferisce i polifenoli direttamente all’uomo. Analogamente, se il pesce è infiammato ingoia i farmaci che però, sul lungo periodo, hanno effetti gravi sul tubo digerente dell’uomo. Questo esempio di collaborazione operativa tra l’università e la Farmalabor ha dato risultati anche commerciali: una multinazionale del settore intende infatti siglare un accordo a livello europeo con l’azienda di Canosa per la produzione del mangime arricchito.
Per la Farmalabor – oltre 70 dipendenti,età media 32 anni, fatturato 2013 di 9,3 milioni di euro e stime per quest’anno oltre i 10 milioni – i risultati del progetto “Vis Maris”, finanziato anche dai fondi Ue e regionali del Fesr, sono la conferma del peso anche scientifico raggiunto dai suoi ricercatori. Tanto che il centro studi e ricerche sarà ulteriormente potenziato e sarà inaugurata, nei prossimi giorni, anche la parte didattica perché è stato scelto come centro di specializzazione post-laurea del dipartimento di Farmacia dell’università di Bari, “caso unico al Sud” dice Sergio Fontana, fondatore della srl nata 13 anni fa in due stanzette.
da “Il Sole 24 ore”