La scapece gallipolina è un piatto tipico della cucina della città di Gallipoli. Ha origine nel periodo in cui Gallipoli, città marinara, era costretta a subire gli assedi da parte delle potenze mediterranee. Per scongiurare la fame era necessario rifornirsi di cibo da conservare per molto tempo e il pesce, abbondante nei mari intorno alla città, si prestava a questo uso.
L’ingrediente principale della scapece è il pesce che viene fritto e fatto marinare tra strati di mollica di pane imbevuta con aceto e zafferano all’interno di tinozze chiamate, in dialetto gallipolino, “calette”. Lo zafferano dona al piatto il colore giallo che lo rende caratteristico.
Oggi la scapece viene servita come specialità gastronomica nei ristoranti ed è un prodotto tipico delle feste patronali nel Salento.
Ingredienti
1 kg di pesci piccoli (pupiddi o latterini)
farina
pangrattato
2 bustine di zafferano
olio extravergine di oliva
1 l di aceto di vino bianco
Pulite i pesciolini, passarli nella farina e friggeteli in una padella con abbondante olio.
In un recipiente bagnate il pangrattato con aceto in cui avrete sciolto lo zafferano.
Disponete i pesci fritti in un recipiente a strati, intervallando con pangrattato bagnato e procedete fino all’orlo.
Lasciate marinare per almeno 24 ore e poi servite.